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Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2000
Anno edizione: 2012
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Fëdor Dostoevskij, scrittore dal temperamento eccezionale e profondo conoscitore dell’animo umano, in Memorie dal sottosuolo (1864), libro che annuncia i capolavori della maturità, si dedica all’analisi spietata di una coscienza umana, senza risparmiarsi nulla e senza indietreggiare davanti alle verità più amare. Il romanzo è suddiviso in due parti: nella prima, “Il sottosuolo”, il protagonista – un uomo timido e senza mezzi – racconta la sua infanzia e la formazione della sua personalità più nascosta; nella seconda ripercorre gli episodi della sua vita che mettono in luce la sua nevrosi. La brutalità della vita sociale respinge sempre più l’io narrante nell’oscurità, dove arriverà a tormentare chi sta ancora più in basso di lui. Un esempio magistrale di introspezione, un viaggio in quel mondo interiore più inafferrabile che è anche il luogo dell’estrema libertà.
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Consigliato
“Inventavo avventure e immaginavo una vita, per poter vivere in qualche modo”. Questa è una delle tante frasi che ci lasciano da riflettere, pronunciate dal personaggio di Dostoevskij in “Memorie del sottosuolo”, scritto nel 1864. Come protagonista Fëdor sceglie un uomo frustrato, riflessivo, che passa così tanto tempo a cercare di capire il perché del suo agire, da non agire mai. Il libro è suddiviso in due parti. Nella prima parte l’autore ci trascina in un monologo di critica sociale, secondo la quale l’individuo, nonostante l’evoluzione, non potrà mai approdare alla pace, perché continuamente trattenuto dalla sua innata necessità di sofferenza; mentre, nella seconda parte, da un semplice ricordo del protagonista prende vita un racconto in prima persona. Il ricordo inizia con lui che cerca di affermarsi in società, frequentando alcuni vecchi compagni di scuola, davanti ai quali finirà per umiliarsi. Prosegue con l’incontro di una prostituta, presa di mira, in quanto considerata socialmente inferiore. Lei lo reputa un uomo per bene, un uomo che la salverà. Ma quando tornerà a cercarlo, giorni dopo, troverà soltanto parole di disprezzo, a causa delle quali fuggirà in lacrime. Dostoevskij, lo confessiamo, non è una lettura affatto leggera. Tuttavia la sua prosa, quasi filosofica, è decisamente avvincente: per questo lo scrittore russo merita un posto d’onore tra i classici destinati a non tramontare mai.
questo è uno dei miei libri preferiti. Dostoevskij come ogni volta riesce a descrivere la mente umana in maniera quasi angosciante e leggendo questo libro codesta emozione vi pervaderà. Inutile dire che è da 5 stelle
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