Figlie del mare

La storia delle donne di conforto, in realtà bambine rapite dall'esercito giapponese tra la popolazione coreana per stare al servizio dei soldati, stuprate, torturate e a volte ridotte alla morte. Un libro crudo, che fa vedere un lato del Giappone a cui non siamo abituati a pensare e difficile da accettare.

Qst libro mi ha permesso di conoscere a più di 40 anni la storia delle comfort women coreane:ragazze coreane deportate dai giapponesi in campi in Manciuria e picchiate e sfruttate come donne di piacere per i soldati giapponesi.E'da leggere per ricordarle, per spiegare ai ragazzi qst terribili atti dell' Uomo e pregare perché non capitino più.La storia o meglio le storie delle protagoniste si alternano tra i capitoli ambientati nel 1943 e quelli del 2001.Personalmente ho apprezzato leggere prima la postfazione- che appunto spiega la storia di qst tragedia-e poi ritrovare le protagoniste nei capitoli.Non mi ha tolto il gusto di scoprire la trama, anzi mi ha tenuto incollata per capire in dettaglio.Non consiglio il libro a chi è sensibile a scene di violenza,stupri,tormenti perché l'angoscia e le torture subite sono descritte molto in dettaglio e scuotono il lettore.

Il romanzo si pone come obiettivo quello di portare all'attenzione del lettore il fenomeno delle donne di conforto, cioè le giovanissime donne che sono state prelevate con la forza dalla Corea del Sud per divenire prostitute al servizio dei soldati giapponesi, trasformatisi in occupanti e repressori dopo la fine dell'Impero coreano nel 1905. Le protagoniste del romanzo sono due sorelle, due haenyeo dell'isola di Jeju, donne che, dotate di semplici attrezzature, si occupano di raccogliere molluschi e alghe per venderle al mercato. Hana è la maggiore tra le due sorelle ed è lei a subire l'ignobile trattamento della deportazione in Manciuria per mano del soldato Morimoto. La ragazza, insieme a molte altre sue coetanee, viene violentata ripetutamente e sottoposta a mille umiliazioni di natura fisica e psicologica. Le confort women infatti, subirono un processo di annullamento, che ebbe inizio con la privazione di ogni diritto e si concluse con il cambio del nome, segno essenziale dell'unicità e dell'identità di una persona. Emiko è invece, la sorella minore, che, salvata da Hana dal suo stesso umiliante destino, non riesce comunque a vivere una vita serena e libera da violenza e costrizioni.  "Figlie del mare"  è la storia di una separazione tragica e di un ricongiungimento mancato, che si è rivelata una lettura di grande impatto emotivo, che non risparmia al lettore descrizioni crude di violenza gratuita, anzi lo pone volutamente di fronte a un fenomeno che i giapponesi hanno negato per lungo tempo. Mary Lynn Bracht si rivela un'abile narratrice, che riesce a intrecciare più piani temporali per regalarci anche una storia familiare in cui le vere protagoniste sono donni forti e combattive sostenute dalla forza dei legami affettivi, che tentano di opporsi in ogni modo alla sopraffazione degli uomini.