Grünbein Durs è un poeta tedesco. Cresciuto nella Germania Orientale all’indomani della costruzione del muro (1961), è considerato tra gli intellettuali più apprezzati della sua generazione. La sua poetica affonda radici nell’antichità classica (Seneca, Eschilo) - dalla quale trae ispirazione la raccolta di saggi Disposizioni antiche (Antike Dispositionen, 2005, nt) - ma è partecipe del modernismo (da Baudelaire a Pound e Benn), di cui approfondisce la riflessione sulla condizione esistenziale dell’uomo. L’esordio poetico è avvenuto con i versi di Lezione sulla base cranica (Schädelbasislektion, 1991, nt), che l’hanno imposto all’attenzione della critica. Ai morti cari (Den teuren Toten, 1994, nt) affronta i temi del dolore, della morte, della memoria dello sterminio; Il primo anno. Appunti berlinesi (Das erste Jahr. Berliner Aufzeichnungen, 2001) intreccia riflessioni tra il pubblico e il privato facendo dialogare la storia e la memoria; Della neve ossia Cartesio in Germania (Vom Schnee oder Descartes in Deutschland, 2003) è un lungo poema di duemila versi che narra la nascita del razionalismo cartesiano e con esso della condizione umana moderna; al ricordo della distruzione di Dresda sotto le bombe, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, è dedicato La porcellana. Il poema della caduta della mia città (Porzellan. Poem vom Untergang meiner Stadt, 2005, nt). Una raccolta di traduzioni italiane è A metà partita. Poesie 1988-1999 (1999).Nel 2018 esce per Einaudi I bar di Atlantide.